Il valore di ciò che acquistano le persone non sta più solo nella qualità del prodotto o del servizio ma nell’esperienza di chi lo compra (e non solo nella fase di acquisto). Significa che il valore diventa soggettivo, persino simbolico, e che le aziende devono “confezionare” insieme al prodotto o al servizio che vogliono offrire anche il ricordo che desiderano lasciare alle persone.
È la cosiddetta economia dell’esperienza all’interno della quale le aziende italiane hanno molto da guadagnare ritrovando (e innovando) quello slancio creativo ed esperienziale che ha sempre caratterizzato il “made in Italy”.
La semplice produzione di beni e servizi non è più sufficiente: sono le esperienze offerte agli utenti a rappresentare il pilastro fondante della creazione di valore.
Più l’esperienza è costruita al meglio, più il suo valore aumenta perché rappresenta l’elemento di personalizzazione di un prodotto o servizio e ne fa aumentare la desiderabilità da parte del mercato (e quindi il suo valore e prezzo).
Stiamo assistendo al passaggio da una economia di vendita di beni (prodotti o servizi) ad una economia di “consumo” di esperienze. Non stiamo parlando di teorie filosofiche e sociologiche ma di nuovi modelli di business con una redditività e profittabilità che in molti settori può rappresentare importanti percorsi di crescita.
Ad accelerare lo sviluppo di questa economia sono stati senza dubbio i social media: oggi l’esperienza d’acquisto prosegue con il racconto della propria esperienza, con la condivisione di informazioni, scambi di battute, recensioni. Se qualcosa va “storto” nell’esperienza d’acquisto di un bene anche di elevato valore non è detto che l’utente abbia un buon ricordo dello stesso prodotto.
Al contrario, se l’esperienza è disegnata in modo da rispondere alle sue aspettative ed esigenze, capaci di dargli anche qualcosa in più rispetto a quello che cerca, ecco che allora il desiderio di acquisto si cresce, indipendentemente dal valore economico che può avere il bene o il servizio proposto. Ciò che paga l’utente è (anche) l’esperienza, il ricordo.
Per un’azienda significa progettare non solo il bene o servizio ma tutto ciò che ruota attorno ad esso: come viene presentato, su che canali e con quale linguaggio e format, con quali servizi di supporto. Non solo, andranno tenuti in considerazione anche moltissimi altri aspetti: come utilizzeranno il prodotto le persone (considerando le nuove abitudini digitali e social) e con quali aspettative.
Nell’economia dell’esperienza ci si distingue quindi con una efficace progettazione della user experience che deve comprendere sì la tradizionale progettazione ma anche estendersi a tutti quegli ambiti che incidono sulla “percezione del utente”, da cui oggi deriva il vero valore di un bene come l’accesso al sito web e-commerce, la fruizione dei servizi o dei contenuti via mobile app, il pagamento digitale, la consegna puntuale, un supporto costante, l’usabilità, l’accesso, la facilità d’uso, sono alcuni dei caratteri fondamentali.
Fonte: https://iquii.com/2018/04/04/user-experience-economia-esperienza/